Big data e credito d’imposta Formazione 4.0
Big Data: le cinque opportunità più rilevanti
I Big Data rappresentano una nuova e inesplorata opportunità per il perseguimento di nuovi e vincenti business models, capaci di ingenerare un significativo vantaggio competitivo per le imprese e maggiore efficienza per le Pubbliche Amministrazioni.
I vantaggi ricavabili sono molteplici. L’analisi dei Big Data, infatti, consente:
- processi decisionali più rapidi;
- maggiore conoscenza del mercato e dell’utenza;
- maggiore efficienza nello svolgimento dell’attività, ad esempio comprendendo quali strumenti consentano la semplificazione dei processi e una riduzione dei costi;
- nuove opportunità di mercato;
- maggiore flessibilità nella scelta delle strategie aziendali.
Nello scenario Big Data, dunque:
- la tecnologia assume un ruolo centrale. La dimensione e la complessità dei dati richiede l’implementazione di tecnologie adeguate, capaci di trarne valore utile;
- al contempo, l’impatto economico – finanziario derivante dall’utilizzo e analisi dei dati è cruciale. La quantificazione deve tener conto tanto dei fattori di costo derivanti dall’investimento iniziale e dai costi ricorrenti – ad esempio per le apparecchiature informatiche -, quanto dei suddetti vantaggi economici scaturenti dall’impiego dei dati nei processi decisionali.
Perché investire in Big Data? Le agevolazioni previste nella Legge di Bilancio 2019
Per essere competitive, le imprese italiane devono adeguarsi alle innovazioni in corso. In particolare, la formazione dei dipendenti, soprattutto nel settore Industria 4.0, riveste un ruolo altrettanto fondamentale.
Investire in Big Data comporta significative agevolazioni fiscali, specialmente in termini di credito di imposta. Tale misura agevolativa intende stimolare le imprese italiane alla formazione dei propri dipendenti, per sviluppare le loro competenze strategiche necessarie per aumentare la loro competitività sul mercato.
Per stimolare gli investimenti delle imprese nella formazione del personale nelle materie aventi a oggetto le tecnologie rilevanti per il processo di trasformazione tecnologica e digitale previsto dal “Piano Nazionale Impresa 4.0”, la Legge di Bilancio 2018 ha introdotto uno specifico credito d’imposta, applicabile alle spese in formazione Industria 4.0 sostenute nel periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2017.
Tale regime è stato prorogato, con alcune modifiche, dalla L. 145/2018 anche alle spese sostenute nel 2019, con ulteriori vantaggi recentemente previsti dal Def.
La manovra 2019 prevede:
- un credito d’imposta del 40% delle spese relative al personale dipendente impegnato nelle attività di formazione;
- nel limite massimo di 300.000 euro per ciascun beneficiario, pattuite attraverso contratti collettivi aziendali o territoriali.
Le attività di formazione ammesse sono solo quelle svolte per acquisire e consolidare le conoscenze delle tecnologie previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0. Secondo la legge di Bilancio, “Sono ammissibili al credito d’imposta solo le attività di formazione svolte per acquisire o consolidare le conoscenze delle tecnologie previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0 quali big data e analisi dei dati, cloud e fog computing, cyber security, sistemi cyber-fisici, prototipazione rapida, sistemi di visualizzazione e realtà aumentata, robotica avanzata e collaborativa, interfaccia uomo macchina, manifattura additiva, internet delle cose e delle macchine e integrazione digitale dei processi aziendali, applicate negli ambiti elencati nell’Allegato 1″.